Un’analisi della finale dei 500m Sprint dei Seniores maschi
È la sera del 15 settembre a Montesilvano (PE) e sotto un cielo scuro coperto da minacciose nuvole, si disputano le finali delle 1000m per gli atleti della categoria Juniores e quelle delle 500m Sprint per i Seniores. Gli spalti sono pieni, il botteghino ha fatto registrare il tutto esaurito. C’è grande attesa per la finale della gara sprint maschile: Marsili e Maiorca sfidano il favorito Guzman (SPA) e un fortissimo Silva (CHL) che l’anno scorso ha conquistato l’oro nel giro contrapposto ai mondiali di Montecchio. Una quarantina di secondi – scarsa – e verrà proclamato il nuovo re della velocità su pista.
In questi due giri e mezzo non si ha tempo di ragionare. Esplosività, velocità di punta, resistenza alla velocità e potenza lattacida sono le principali capacità atletiche che questi pattinatori hanno duramente allenato per tutto l’anno. Se conoscete la specialità sapete di cosa si sta parlando, per tutti gli altri in questo nostro articolo vengono esposte le principali caratteristiche determinanti la competizione nei 500m.
L’ingresso in pista e il pre-partenza
Al termine della finale B dei Senior maschi la regia si sofferma sul cancelletto d’ingresso della pista. In primo piano si para un Guzman molto concentrato, inespressivo, rilassato nella sua possente muscolatura – un felino pronto ad azzannare la sua preda. Dietro a lui i due azzurri, in particolare Marsili, sembrano più a proprio agio e si lasciano andare a qualche battuta e a qualche sorriso condiviso con lo staff dell’organizzazione della manifestazione. Come avviene anche per le gare sprint dell’atletica leggera, il pre-partenza può offrire qualche indizio su quello che poi potrebbe essere l’esito della finale. Un’analisi del contesto offre un ulteriore spunto per cercare di immergersi nei pensieri e nelle emozioni provate da questi atleti.
Guzman veniva da una gara, quella a cronometro ad atleti contrapposti, che lo vedeva prima qualificarsi per la finale con il miglior tempo per distacco e poi non attendere le aspettative strappando “solo” il quarto tempo. Marsili invece riusciva a conquistare una notevole medaglia di bronzo (Duccio aveva anche vinto la 1000m giusto 24h prima di correre questa finale dei 500m). Maiorca invece vinceva un’inaspettata, ma molto desiderata, medaglia d’oro. Per l’atleta siciliano si tratta di un successo che forse lo scarica un po’ dell’ansia da prestazione che può provare un ragazzo cui viene chiesto di “riconfermarsi campione nel mondiale di casa”.
Duccio ride. Prima di entrare in pista è sereno. Ha fame di vittoria. Questa tranquillità è propria di un atleta che ha raggiunto la sua maturità: a 28 anni non ha più bisogno di dimostrare il suo valore, tutti sanno quanto sia forte e lui lo sa. Con questa consapevolezza entra in pista pronto a confrontarsi con il suo compagno in azzurro, con lo spagnolo e con il cileno – che pare il più felice dei quattro nell’apprestarsi a correre questa finale.
Il pre-partenza si chiude con una breve inquadratura sugli atleti che con lo sguardo puntano alla riga di partenza e allo stesso tempo, con la mente, visualizzano la gara, le traiettorie e il traguardo.
Il via
“In position! Set…”. Il primo a reagire al segnale del giudice-starter è Maiorca (partenza frontale per lui) leggermente dopo reagiscono gli altri tre atleti (che partono con quella laterale). Intuitivamente, la principale tattica adottata nella 500m è quella di prendere le posizioni di testa così da avere nelle proprie mani il destino della gara.
Il primo a raggiungere la curva è però lo spagnolo, uno dei massimi interpreti del gesto tecnico della partenza. Maiorca sceglie di non forzare uno scontro per la prima posizione già al metro 25 di gara: si lascia sfilare e lascia lo spazio anche a Marsili che prende dunque la seconda posizione. Quarta posizione per Silva, dovuta anche per essere partito dalla casella più esterna di tutte. Ottimi, comunque, i piazzamenti degli azzurri che dalla seconda e dalla terza posizione possono suddividersi i compiti. Maiorca guarda le spalle a Marsili che può quindi concentrarsi esclusivamente alla conquista del primo posto.
Il primo giro e i sorpassi
Si passa sul traguardo dei -2 giri alla conclusione, solo 400m per decretare il nuovo campione del mondo. Marsili segue Guzman come fosse la sua ombra. All’ingresso della seconda curva Silva prende l’interno su Maiorca e lo supera. Ma non si può sfuggire alle leggi della fisica: un ingresso stretto in una curva di così stretto raggio comporta un’uscita larga (così come vale il viceversa). Silva lo sa, Maiorca lo sa e così l’azzurro, mantenendo una traiettoria più alta – e tenendo quindi una velocità più alta in uscita – riconquista la posizione non appena giunge sul rettilineo. Lo sa anche Marsili che, dopo aver seguito lo spagnolo in ingresso curva, sceglie di forzare l’uscita prendendo l’interno a Guzman.
A 300m dalla fine della gara, all’ingresso della terza curva, Guzman attacca all’interno Marsili. Maiorca intanto entra alto in curva per poi “tagliare forte” a metà. Le leggi della fisica valgono anche per curva 3 e con uno spettacolare incrocio di traiettorie Marsili esce stretto sfruttando la parabolica mentre vede scivolare all’esterno lo spagnolo.
Maiorca, la lettura delle situazioni di gara e l’interpretazione tattica
Siamo al 25esimo secondo di gara, mancano circa 250 metri al traguardo, Marsili e Guzman sono appaiati sul rettilineo – Duccio leggermente più veloce. Maiorca esce largo dalla terza curva in terza posizione. Un piccolo contatto tra i due atleti al comando. Questo è il contesto in cui sono immersi dei ragazzi che, con delle rotelle sotto i piedi, mentre toccano punte di velocità di 50km/h, riescono a leggere traiettorie, immaginare sorpassi e magari effettuarli in un “fazzoletto” di pista.
La velocità è tutto. Ma non solo quella di spostamento e di esecuzione dei gesti atletici. Anche la velocità di pensiero, di elaborare una risposta agli stimoli esterni. Un’elevata – e allenata – capacità percettiva e di saper leggere le situazioni sono fondamentali per quasi tutti gli sportivi. Nello speed skating, in particolare nelle gare sprint, anche un breve istante, una piccola esitazione può costare una gara. Un rapido processo di decision making permette agli atleti di prendere la miglior decisione possibile in quel dato contesto.
È quello che ha fatto Maiorca: subito dopo il contatto tra Marsili e Guzman, il siciliano ha intravisto una possibilità, uno spiraglio. Durante il 26esimo secondo Vincenzo sprinta, spinge con tutte le forze che ha in corpo perché sa che quello è il momento giusto per farlo, sa che Marsili, all’ingresso della curva successiva, sarà al comando. Maiorca si mette in scia del suo compagno in azzurro e ciò che la sua capacità di lettura delle situazioni di gara e di interpretazione tattica avevano predetto, si avverano. All’imbocco della penultima curva i due italiani sono davanti.
Il gran finale
Maiorca esce largo dalla curva, lo spagnolo prova a infilarlo ma un velocissimo Silva prova “karmicamente” la stessa cosa su di lui. L’ultima curva viene approcciata con Marsili davanti a Maiorca e Silva che prova a infilare nuovamente all’interno Guzman. Una ricerca di traiettoria un po’ rischiosa da parte del cileno che infatti esce larghissimo dalla curva portando con sé all’esterno anche lo spagnolo. Con una maestria tecnica sublime, considerate le velocità, Guzman resta affiancato a Silva e, sul rettilineo finale, lo affronta in una volata per il terzo posto.
Già, il terzo posto. Perché le prime due posizioni sono saldamente in mano agli azzurri. A pochi metri dall’arrivo, Maiorca si volta indietro, c’è luce dietro di lui. Si alza, tronfio allarga le braccia mentre guarda il proprio compagno tagliare il traguardo. Marsili, in spaccata, alza le braccia al cielo. Subito dopo aver superato la linea di arrivo, i due si scambiano uno sguardo incredulo ma felice che sembra dire “ma cosa abbiamo appena fatto?!”.
Secondo l’atleta toscano è stata la semplicità e naturalezza con la quale si è affrontata la gara a permettere questo successo azzurro. Maiorca invece apre un bel tema riguardante “l’immaginarla [la gara]”, sul “provarla in allenamento” e che alla fine “è andata esattamente così”.
Essere veloci conta in una 500m? Sì.
Pensare veloce conta in una 500m? Sì.
Bisogna allenarsi per andare e pensare così velocemente? Sì.
Abbiamo visto la miglior 500m dell’anno?
Veramente vi devo rispondere io?
Bravo